Oggi il mio percorso fruttariano compie due anni.
Da due anni mi nutro di sola frutta, prevalentemente dolce.
Ho piacere di scrivere questo articolo per offrire al lettore una solida base di riflessione da cui attingere nei momenti di incertezza, cui troppo spesso ci si imbatte durante un percorso di consapevolezza alimentare.
Racconto la mia esperienza, nel modo che più ritengo utile.
Ognuno è poi libero di giudicare e proporre modelli differenti di ragionamento.
Per fruttariano intendiamo un individuo che si nutre solamente di frutta.
Quindi non mangio verdure, semi (spesso chiamati “frutta secca”). Né tanto meno cereali o legumi.
Solo e semplicemente frutta, quando possibile locale e raccolta personalmente.
Frutta, cruda naturalmente.
Prima di elencare tutti i vantaggi derivati da questa alimentazione, vorrei brevemente delineare i passaggi più importanti del mio percorso.
Prima di diventare fruttariano sono stato due anni vegano e quasi un anno vegetariano.
Iniziai il mio percorso il 25 maggio 2010.
Fino a quel momento mi nutrivo per il 75% come un carnivoro: non ho mai mangiato frutta in vita mia e i miei pasti erano quasi esclusivamente di carne (di tutti i tipi).
Mc Donald, Burger King, bistecche e grigliate con amici erano le rappresentazioni platoniche della mia idea di cibo.
Il resto dei miei pasti era costituito da pasta, uova, qualche dolce e formaggio, con un frequente uso del forno a microonde negli ultimi anni.
Ah, dimenticavo, mi piaceva molto la mozzarella di bufala.
Nessun dubbio morale, alimentare o evolutivo aveva mai richiamato la mia attenzione.
Ho sempre fatto tantissimo sport e forse questo mi ha impedito di sviluppare o aggravare malattie importanti, e di varcare la soglia del sovrappeso-obeso.
Unitamente alla mia irremovibile convinzione che per investire sulla buona salute bisognasse prediligere il consumo di proteine animali, la non osservanza dei più banali campanelli di allarme del mio corpo leniva sempre di più l’incoccio con l’illogicità del non-benessere.
Nella fattispecie non ho mai capito perché l’uomo dovesse morire malato, soffrire e aver bisogno della tecnologia chimica per curare anche i più banali malanni.
Non essendo credente, non potevo incolpare Qualcuno di questo errore di programmazione di specie.
Se i miei nonni morivano di cancro e genitori comuni richiedevano e richiedono tutt’oggi l’aiuto programmatico di un pediatra per sapere cosa dar da mangiare ai loro cuccioli, allora la ricerca di una motivazione (si badi, non ancora un “errore”) doveva essere intavolata per forza di cose in un laboratorio meno astratto e più naturale: evoluzionistico probabilmente, fisico, matematico.
Ma queste ultime si servono della logica, e la logica ahimè non sbaglia mai.
Non c’era altra possibilità: avevamo manomesso qualcosa, invischiati in ciò che rende ogni cervello umano paralizzato: l’abitudine, figlia primogenita dell’ignoranza.
In base a ciò, decisi che qualcosa non quadrava.
Cominciai a provare a eliminare la carne, dopo aver letto qualcosa circa la carenza di vitamine come possibile causa di una stanchezza e astenia che accusavo ogni inizio di primavera.
Per dare spazio all’apporto vitaminico iniziai a introdurre una o due mele al giorno e a fare un esperimento: eliminare la carne per qualche settimana con lo scopo di avere più spazio per verdure.
Inizialmente tolsi la carne di animali terrestri, qualche mese dopo il pesce.
Dopo un anno avevo eliminato anche le uova e i latticini (il miele, prodotto animale, non l’ho praticamente mai mangiato in vita mia).
Nel frattempo passavo il mio tempo libero a leggere e informarmi sull’alimentazione ed accadde che quando divenni vegano, ero già per un buon 60-70 % già crudista. Cucinavo solo qualche legume e cereale (spesso li germogliavo). Tutte le verdure e la frutta invece le consumavo crude, cosciente che la cottura altera il cibo in modo irreversibile e spesso pericoloso.
Dopo due anni consumavo sempre più frutta e avevo sempre più difficoltà a gustare e digerire altri prodotti, come semi verdure e cereali. Non accettavo il fatto di doverli cucinare e soprattutto di condirli per farmeli piacere. Che senso aveva proporre a me stesso l’inganno visto che la consapevolezza alimentare è proprio l’antitesi di quest’ultimo?
Comunque, inganno o meno, io avevo sempre più difficoltà ad andare in bagno con queste benedette verdure crude e questi semi o noci che mangiavo.
Presi le ultime verdure nel frigo e le regalai. Presi gli ultimi chicchi di cereali e semi e li regalai ai miei amici piccioni.
La cosa fu molto divertente: in quel periodo vivevo a Venezia e nei pomeriggi sedevo in qualche angolo in loro compagnia, per dedicarmi alla lettura. E così ebbi di che guarnire il loro spazio intorno alla mie panchine.
L’uso così maestro del loro becco si sposò immediatamente con la verità del cibo specifico che finalmente compresi.
Malattie scomparse.
Nel passaggio da “onnivoro” a vegano, la maggior parte delle mie malattie e acciacchi è scomparsa (non tutte però).
1)Stitichezza: sparita dopo una settimana.
2)Reflusso gastroesofageo: una croce che mi ha rovinato la vita per anni. Scomparsa dopo pochissimi giorni.
3)Ipotiroidismo: scomparso dopo meno di un anno.
4)Influenza: mai più avuta.
5)Raffreddore: da vegano ne ho avuti solo due, durati 4 giorni senza alcuna medicina.
6)Emicrania: scomparsa. L’emicrania mi veniva soprattutto quando facevo lunghi allenamenti di corsa.
7)Lieve carenza: scomparsa dopo meno di un anno. I miei valori di ferro sono notevolmente aumentati.
Le energie sono notevolmente aumentate insieme ai miei risultati nelle gare di atletica.
Ho perso circa 10-12 Kg di peso nel giro di 2 anni.
Ho iniziato a praticare atletica leggera a livello agonistico (dopo aver smesso per anni), correndo le mie prime mezze maratone (21 Km) e distanze di poco superiori.
Ho iniziato a donare il sangue.
Rimaneva ancora qualche problema:
1)Pressione oculare alta (circa 18-20 mmhg). Essa iniziava con l’età ad aumentare sempre di più, probabilmente anche a causa di una familiarità di glaucoma (mio padre ne soffre).
2)Allergia primaverile: un tormento infinito che mi affligge dall’età di 13 anni.
Nel passaggio da vegano a fruttariano:
1)Pressione oculare, dopo tanti anni, tornata a valori normali dopo soli pochi mesi di fruttarismo (circa 13 mmhg). Incredibile vero?
2)Allergia primaverile. Questa forma di allergia (nella fattispecie alla gramigna) è dura da combattere. Nel primo anno di fruttarismo essa non è scomparsa. Alla fine del secondo anno, ovvero adesso, ha finalmente mollato la presa.
Posso dire ora che per l’80% almeno è debellata. Nell’ultimo anno ho aumentato il consumo di frutta dolce diminuendo quello di frutta ortaggio.
Sulle allergie è difficile esprimersi. Quello che penso io è questo: spesso rimane una specie di “effetto memoria” che richiede tempi molto maggiori di risoluzione. Patologie di questo tipo sono il risultato di anni e anni di compromissione del sistema immunitario, dovuto non soltanto all’alimentazione ma anche alle vaccinazioni.
L’effetto memoria non è una mia stravaganza: esiste la psico-neuro-immuno-endocrinologia che spiega egregiamente come sistemi diversi siano tra loro connessi.
Da fruttariano ho corso numerose maratone e qualche ultra maratona (52 Km).
Le ore di sonno sono diminuite e non necessito più di tanto riposo.
Ho perso circa altri 12 Kg (per un totale quindi di quasi 25 Kg da quando ero “carnivoro”)
Non ho mai più preso un raffreddore.Non mi scotto al sole e non ho mai avuto sete: non bevo da due anni, e lo stesso è accaduto durante le mie gare di maratona.
La mia pelle è ringiovanita di almeno 20 anni.
Il ph delle mie urine è alcalino.
Non soffro il caldo. La mia pelle, il mio sudore, le mie urine e le mie feci non emanano alcun odore.
Non soffro il caldo. La mia pelle, il mio sudore, le mie urine e le mie feci non emanano alcun odore.
Eventuali ferite guariscono in fretta e la concentrazione e la memoria hanno subito un'impennata incredibile.
Ma la rivoluzione più bella è certamente quella che ha coinvolto e coinvolge tutt’ora lo spirito.
Ma non ho spazio per parlarvene qui.
P.S.:
1)Tutte le informazioni relative alla mia salute sono documentate.
2)Per chi è già ad un buon punto del proprio percorso di consapevolezza e si pone domande su quale sia la mia visione dell'attuale stato di salute dell'uomo, rispondo in anticipo che l'autore con cui mi trovo più d'accordo è il Professor Arnold Ehret. Arnold Ehret è venuto dopo nella mia vita, quando ero già fruttariano da un anno.
P.S.:
1)Tutte le informazioni relative alla mia salute sono documentate.
2)Per chi è già ad un buon punto del proprio percorso di consapevolezza e si pone domande su quale sia la mia visione dell'attuale stato di salute dell'uomo, rispondo in anticipo che l'autore con cui mi trovo più d'accordo è il Professor Arnold Ehret. Arnold Ehret è venuto dopo nella mia vita, quando ero già fruttariano da un anno.
Giovanni Torraco